Principali titolari
Valuta in USDGuasto
0,04% | % di azioni detenute da All Insider |
68,21% | % di Azioni Detenute da Istituzioni |
68,24% | % del flottante detenuto dalle istituzioni |
3.929 | Numero di istituzioni che detengono azioni |
I migliori titolari istituzionali - scorri verso destra》》
Titolare | Azioni | Data riportata | % Fuori | Valore |
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Vanguard Group, Inc. (Il) | 465.274.925 | 30 dicembre 2021 | 8,24% | 27.474.484.321 |
Blackrock Inc. | 409.985.644 | 30 dicembre 2021 | 7,26% | 24.209.652.278 |
State Street Corporation | 284.816.832 | 30 dicembre 2021 | 5,04% | 16.818.433.929 |
Investitori del mondo dei capitali | 236.858.416 | 30 dicembre 2021 | 4,19% | 13.986.489.464 |
Wellington Management Group, LLP | 221.419.680 | 30 dicembre 2021 | 3,92% | 13.074.832.104 |
Geode Capital Management, LLC | 101.065.073 | 30 dicembre 2021 | 1,79% | 5.967.892.560 |
Northern Trust Corporation | 67.992.185 | 30 dicembre 2021 | 1,20% | 4.014.938.524 |
Banca d'America Corporation | 57.448.235 | 30 dicembre 2021 | 1,02% | 3.392.318.276 |
Gestione degli investimenti della banca Norges | 56.763.604 | 30 dicembre 2021 | 1,01% | 3.351.890.816 |
Banca di New York Mellon Corporation | 54.674.452 | 30 dicembre 2021 | 0,97% | 3.228.526.390 |
I migliori detentori di fondi comuni - scorri verso destra 》》》
Titolare | Azioni | Data riportata | % Fuori | Valore |
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Fondo Vanguard Total Stock Market Index | 159.512.695 | 30 dicembre 2021 | 2,82% | 9.419.224.639 |
Fondo indice Vanguard 500 | 118.865.650 | 30 dicembre 2021 | 2,10% | 7.019.016.632 |
Fondo per gli investitori comuni di Washington | 65.825.749 | 30 gennaio 2022 | 1,17% | 3.468.358.714 |
SPDR S&P 500 ETF Trust | 59.642.330 | 30 gennaio 2022 | 1,06% | 3.142.554.367 |
Income Fund of America Inc | 58.264.900 | 30 gennaio 2022 | 1,03% | 3.069.977.581 |
Fondo indicizzato Fidelity 500 | 57.480.223 | 27 febbraio 2022 | 1,02% | 2.698.121.667 |
Fondo per l'assistenza sanitaria specializzata Vanguard | 56.494.752 | 30 gennaio 2022 | 1,00% | 2.976.708.482 |
Fondo bilanciato americano | 50.421.183 | 30 dicembre 2021 | 0,89% | 2.977.370.856 |
iShares Core S&P 500 ETF | 46.675.490 | 30 gennaio 2022 | 0,83% | 2.459.331.568 |
Vanguard Index Value Index Fund | 42.888.904 | 30 dicembre 2021 | 0,76% | 2.532.589.781 |
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Simile a PFE
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Covid. La Pfizer raddoppia il fatturato ma gli azionisti vogliono di più
Senza precedenti il bilancio 2021, l’azienda è ora la più grande multinazionale farmaceutica del mondo. L’anno prossimo il fatturato potrebbe raggiungere i 100 miliardi di dollari, grazie alla pillola antivirale. Ma gli investitori non si accontentano e chiedono profitti ancora più alti
Gli azionisti della Pfizer non dimenticheranno facilmente il 2021. Nell’appuntamento trimestrale con gli investitori in cui ha presentato il bilancio dell’anno passato, l’amministratore delegato Albert Bourla ha snocciolato cifre impressionanti persino per una multinazionale farmaceutica. In un anno, il fatturato della Pfizer è praticamente raddoppiato, passando da 42 miliardi di dollari del 2020 agli 81 del 2021. Solo nel quarto trimestre, l’azienda ha registrato ricavi per quasi 24 miliardi di dollari e un utile di 3,39 miliardi. Grazie a questi numeri record, la Pfizer è destinata a diventare la più grande casa farmaceutica al mondo per fatturato (era l’ottava un anno fa), superata solo dalla Johnson & Johnson le cui attività però spaziano anche oltre il settore biomedicale. Le proiezioni per il 2022 sono ancora più rosee: le previsioni parlano di cento miliardi di ricavi.
QUESTA MONTAGNA di denaro si è accumulata grazie alla pandemia, che per Pfizer ha aperto un mercato senza precedenti. Circa 36 miliardi di dollari del fatturato 2021 provengono infatti da due soli prodotti legati al Covid-19: il vaccino Comirnaty e il farmaco anti-virale Paxlovid. Senza questi ricavi, l’azienda sarebbe cresciuta di un modesto 6%. L’espansione dell’azienda è stata aiutata anche dall’azione dei governi, che con acquisti anticipati per molti miliardi di euro negli Usa e nell’Unione Europea hanno rimosso ogni rischio d’impresa. In queste aree, il vaccino Pfizer rappresenta il 70% del mercato.
SONO NUMERI che basterebbero per una finanziaria, ma in futuro potrebbero addirittura crescere. Nel 2022, l’azienda prevede di incassare ancora di più grazie alla pandemia: 32 miliardi di euro dal vaccino e 22 miliardi dalla pillola. Secondo Bourla, la corsa al vaccino continuerà anche negli anni a venire. «I nostri ricercatori continuano a monitorare il virus Sars-Cov-2 e ritengono improbabile che esso venga eradicato del tutto nel prossimo futuro», ha detto il manager. Tra le ragioni, ha indicato «la distribuzione globale del virus», «la sua abilità di mutare ripetutamente» e la durata limitata dell’immunità. Bourla non ha fatto alcun riferimento alle disuguaglianze vaccinali, che hanno lasciato scoperte dal vaccino intere aree del pianeta da cui si sono regolarmente sviluppate nuove varianti. Si è limitato a riferire che un miliardo di dosi di vaccino sono state consegnate al governo Usa a prezzo di costo affinché siano distribuite nei paesi poveri. Il manager ha però dispensato ottimismo: «Ora disponiamo degli strumenti, come vaccini e trattamenti, che ci consentiranno non solo di gestire meglio la pandemia, ma anche di affrontare la fase endemica. Questi strumenti ci permetteranno di tornare alla normalità».
IL FUTURO DELL’AZIENDA è legato ai richiami di chi è già vaccinato. Proprio ieri l’Agenzia Europea del Farmaco ha iniziato a valutare il booster negli adolescenti, mentre la statunitense Food and Drug Administration ha sollecitato l’azienda a fornire i dati sul vaccino anche nei bambini al di sotto dei 5 anni. L’azienda, inoltre, ha iniziato la sperimentazione di una nuova dose di Comirnaty specifica per la variante omicron in volontari adulti.
L’altro tesoretto arriverà dal farmaco antivirale Paxlovid, che secondo i primi dati ha un’efficacia dell’89% nel prevenire le ospedalizzazioni nei pazienti ad alto rischio, del 70% nei pazienti a rischio standard e ha già ricevuto ordinativi in tutto il mondo. La previsione è di 120 milioni di trattamenti prodotti nel 2022, di cui 90 nella seconda metà dell’anno.
L’azienda ha anche stretto accordi con il Medicine Patent Pool, un fondo che gestisce le licenze brevettuali cedute dalle aziende dei paesi ricchi ai paesi più poveri. Questo permetterà di avviare anche una produzione di generici a basso costo del Paxlovid, che nei paesi più ricchi costa circa 600 dollari a trattamento. Nella seconda metà del 2022, inoltre, l’azienda sperimenterà un nuovo farmaco orale contro il Covid.
NONOSTANTE LE CASSE piene, l’azienda non intende però rinunciare ai profitti e collaborare con le agenzie di salute globale. Come la rivale Moderna, Pfizer ha rifiutato ogni aiuto al programma dell’Oms per portare in Africa la capacità locale di produrre vaccini. Né intende rinunciare al monopolio garantito dai brevetti, come chiedono i paesi a basso reddito all’Organizzazione mondiale del commercio. D’altronde il mercato non concede distrazioni umanitarie. Anzi, le comunicazioni della Pfizer hanno deluso gli investitori che si attendevano cifre addirittura migliori. Alla chiusura dell’incontro il titolo in borsa perdeva il 4% rispetto al giorno precedente.
* Fonte/autore: Andrea Capocci, il manifesto
Tim Cook
Tim Cook è l'attuale CEO e precedente COO di Apple, succedendo a Steve Jobs nel ruolo di CEO nel 2011, sei settimane prima della sua scomparsa a causa di un cancro al pancreas. Oltre ad essere CEO di Apple, Cook fa parte del consiglio di amministrazione di Nike.
Quindi nelle grandi multinazionali o corporation possiamo trovare gli stessi uomini in svariate dirigenze,addirittura alla Apple troviamo anche
Al Gore
Al Gore è principalmente conosciuto per essere stato ex vicepresidente degli Stati Uniti, ma è anche membro del consiglio di amministrazione di Apple. È entrato nel consiglio nel 2003, tre anni dopo aver sofferto la sconfitta presidenziale di Bush nel 2000.
È famoso per il suo attivismo riguardo i cambiamenti climatici, per cui ha vinto il premio Nobel per la pace nel 2007. Sin dal suo ingresso nel consiglio di amministrazione, Al Gore ha accumulato 115.014 azioni. Considerando il prezzo per azione di $352,84, la sua quota di partecipazione equivale a $40.581.539.
Pensate un po quanto conflitto d'interessi che troviamo in giro per il mondo,tra politica finanza multinazionali e industria farmaceutica....
Al momento della pubblicazione (10 giugno 2020), solo tre azionisti istituzionali sono stati inclusi nella presentazione del documento SEC 14A di Apple, poiché in possesso di una quota superiore al 5% delle azioni dalla società. Queste tre sono: The Vanguard Group, BlackRock e Berkshire Hathaway.
The Vanguard Group
Il Vanguard Group è una delle maggiori società di investimento al mondo, con 620mila miliardi di asset gestiti. 2 La società è guidata da Mortimer Buckley nel ruolo di presidente del consiglio di amministrazione e CEO.
La società deteneva 338.53.988 azioni, come riportato dal documento 14A consegnato al SEC. 1 Tenendo in considerazione il prezzo per azione di $352,84, la quota totale di Apple posseduta dal Vanguard Group vale $119.448.332.325 (quasi $120 miliardi).
BlackRock
BlackRock Inc è un'altra delle maggiori società d'investimento a livello mondiale, con 747 mila miliardi di dollari di asset gestiti.3 L'attuale CEO e presidente del consiglio di amministrazione di BlackRock è Larry Fink. Susan Wagner, membro del consiglio di amministrazione di Apple è fondatrice, ex direttrice e attuale membro del consiglio di amministrazione di BlackRock Inc.
BlackRock possiede 296.598.349 azioni di Apple, per un valore di $104.651.761.461 (quasi $105 miliardi) al prezzo di $352,84 per azione.
Berkshire Hathaway
Berkshire Hathaway è la società d'investimento di proprietà di Warren Buffet, uno degli uomini più ricchi al mondo. La compagnia viene descritta come un conglomerato finanziario più che come una società d'investimento, poiché possiede interamente marchi conosciuti quali Dairy Queen, Fruit of the Loom, Helzberg Diamonds e BNSF.
Berkshire Hathaway detiene anche quote di minoranza di Kraft Heinz, American Express, Coca-Cola e Bank of America, così come di Apple. Con un numero di azioni pari a 255.300.329, e considerando il valore di $352,84 per azione, Berkshire possiede circa $90.080.168.084 in titoli Apple.
Il movimento del prezzo delle azioni di Apple
Il seguente grafico, preso dalla nostra piattaforma, mostra l'andamento del prezzo delle azioni Apple dal 1 gennaio 2020 al 10 giugno 2020.
Come la maggior parte delle aziende in tutto il mondo, Apple è stata colpita dagli effetti della pandemia di Coronavirus, che ha temporalmente bloccato le vendite negli Apple store a causa dei lockdown imposti dai governi locali. Ma Apple sembra aver recuperato terreno avendo raggiunto il prezzo per azione più alto di sempre.
Ma chi c’è dietro a questi big della difesa e delle armi? Ci sono i grandi nomi della finanza, più o meno i soliti che hanno quote significative dei gruppi di mezzo mondo. Nell’industria delle armi si distingue in particolare la statunitense State street global advisory, quarto gestore di patrimoni al mondo. Detiene una partecipazione del 14,5% in Lockheed Martin, del 9,2% in Raytheon Technologies e del 9,5% in Northrop Grummann. Altro grande socio dell’industria militare è Vanguard, società statunitense che gestisce asset per oltre 5mila miliardi di dollari. Possiede il 7,2% di Northrop Grummann, il 7,2% di Lockheed Martin, il 7,5% di Raytehon. Ha una quota del 2,8% nella tedesca Rheinmetall, l’ 1,3% della francese Thales, l’1,9% di Leonardo e lo 0,7% di Hensoldt. Tra i nomi più noti della finanza si segnalano l’onnipresente Blackrock che in portafoglio tiene il 4,1% di Northrop Grummann , il 4,8% di Lockheed Martin, il 4,7% di Raytheon, il 3% di Leonardo e lo 0,2% della britannica Bae Systems. C’è poi Jp Morgan, con quote in Northrop Grumann (2,9%) e Raytheon (1,5%). Soci di peso sono anche i gruppi di investimento Fidelity e Capital Research.
Meno prevedibile la presenza, in molti di questi gruppi, della divisione di investimenti della Banca centrale norvegese. “Lavoriamo per costruire la sicurezza e la ricchezza finanziaria delle nuove generazioni” si legge nella home page del sito. Norges bank è presente nell’azionariato di Rheinteall (2,5%), di Hensoldt (0,6%), Leonardo (0,6%), Thales (1,2%). In concreto cosa significa avere in portafoglio queste partecipazioni? Prendiamo ad esempio il caso di State Street, uno dei più rappresentativi. Le tre aziende di armi in cui è presente hanno registrato nelle ultime settimane un incremento della capitalizzazione complessivo di circa 35 miliardi di dollari. Significa che il valore delle sue partecipazioni è cresciuto di 3,7 miliardi in meno di un mese. C’è anche qualcuno che forse, nonostante tutto, stappa champagne.
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