Gli incendi sono una gravissima minaccia per l’ambiente, un vero e proprio scempio. Durante il 2021 gli incendi hanno messo a dura prova l’ambiente e i vari terrori, un anno da record. In tutto il mondo roghi e fiamme hanno invaso i territori verdi lasciando dietro il loro passaggio soltanto terre bruciate e tante vittime sia tra gli esseri umani che nel mondo animale. Un anno terribile, ritenuto il peggiore degli ultimi 15 anni.
A bruciare sono state diverse zone del mondo, e l’Italia purtroppo non è stata da meno. Anzi, il patrimonio naturale del Bel Paese ha subito perdite molto gravi in questi primi nove mesi dell’anno. In quasi tutti i casi si è trattato di incendi originati dall’uomo, che fosse per un intento criminale o anche soltanto per scarsa attenzione e rispetto delle norme più generali di comportamento.
Amazzonia(2019)
Gli incendi 2021 nel mondo
Il 2021 è stato finora un anno particolarmente critico nell’area mediterranea, dove Turchia, Grecia e Italia hanno pagato conti decisamente alti. Basti pensare all’isola greca di Evia, a nord-est di Atene. Qui le fiamme hanno minacciato tre città e isolato otto villaggi, costringendo turisti e residenti all’evacuazione. Domare le fiamme ha richiesto ai vigili del fuoco locali, supportati anche da Romania e Ungheria, uno sforzo durato oltre sette giorni anche a causa del fitto fumo nero sprigionato dall’incendio.
Come indicato anche all’interno della mappa degli incendi mondiali presentata dal NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), a soffrire sono anche l’Africa e l’Amazzonia, dove gli incendi sono sovente di natura dolosa e legata alle creazione di spazi per le colture intensive.
Incendi 2021, i casi Siberia e California
Incendi 2021 che si propagano per diverse settimane, come sta accadendo anche in Siberia. Per mesi la taiga è stata consumata da un susseguirsi di roghi, che stanno sottoponendo la regione della Jacuzia a prove durissime. Secondo quanto ha riportato Greenpeace Russia, la superficie totale dei roghi siberiani supera l’estensione complessiva di tutti gli incendi verificatisi nel resto del mondo.
C’è di più: secondo alcune stime, ad agosto un singolo fronte di fuoco in Siberia si è affermato (con oltre 1,5 milioni di ettari di estensione) come l’incendio più grande della storia.
Se Asia, Africa e America del Sud hanno pagato un caro prezzo ai roghi, anche al Nord America sembra essere toccata la propria parte. Come accaduto con gli incendi 2021 che hanno devastato gli Stati Uniti, in particolare la California, e il Canada. Nello Stato californiano è entrato nella storia l’incendio Dixie, che con la distruzione di 463 acri di terreno e di oltre 400 casa ed edifici commerciali è diventato per i californiani il secondo più devastante di sempre. Nel 2021 in California a soffrire è stata anche la foresta situata lungo le montagne della Sierra Nevada, tra lo Stato californiano e il Nevada.
Sierra Nevada(USA)
In Canada sono bruciati tra la primavera e l’estate 2021 poco meno di 5.800 km quadrati di foresta. Centinaia e centinaia di roghi, capaci in alcuni casi anche di resistere diversi giorni anche all’arrivo delle piogge.
Incendi 2021, la situazione in Italia
La situazione in Italia è drammatica secondo il bilancio presentato da Europa Verde (dati European Forest Fire Information System aggiornati al 24 agosto) in relazione ai primi mesi del 2021. Finora il Bel Paese ha visto andare in fumo oltre 158mila ettari di aree verdi. Cosa vuol dire? Vuol dire che l’Italia ha perso in circa 8 mesi una superficie naturale pari alla somma delle aree di Roma, Milano e Napoli.
Una tragedia che ha interessato in modo particolare tre Regioni: Sicilia, Calabria e Sardegna. Più di tutte è la Sicilia ad aver sofferto delle ferite più profonde, con oltre 78mila ettari (78.868) di verde bruciati dall’inizio del 2021.
Sicilia(Italia)Gravi danni anche per la Calabria, da inizio 2021 in fumo 36.405 ettari di verde, e la Sardegna, persi oltre 21.300 ettari di patrimonio naturale nei primi otto mesi dell’anno.
Seguono Lazio (5.777 ettari), Campania (5.349 ha), Puglia (3.670 ha), Basilicata (2.190 ha) e Abruzzo (1.165 ha).
Una brutta pagina della nostra storia anche sul fronte della fauna selvatica, con perdite pesanti per quanto riguarda volpi, scoiattoli, ricci, cervi, caprioli, falchi, passeri, capinere, lucertole, tartarughe, salamandre e ghiri.
Le cause:
In Italia come nel resto del Mediterraneo è l’uomo la principale causa di incendi. A sottolinearlo è il WWF, secondo il quale circa il 96% degli incendi sono legati alle attività antropiche. Le cause sono in buona parte riferite ad atti dolosi, per convertire le aree verdi in monocolture o con finalità edilizie.
A questi si aggiungono quei roghi derivati da negligenza o da altre cause accidentali. Rientrano nelle casistiche appena indicate i vari tentativi, più o meno maldestri, di cucinare all’aperto accendendo fuochi sul posto oppure la pratica ancora troppo diffusa di “gestire” i campi utilizzando le fiamme.
Come dimenticare poi i cambiamenti climatici, come il caldo estremo di questa estate e i periodi sempre più frequenti di siccità. L’aumento della temperatura crea le condizioni ideali affinché i semplici incendi diventino dei cosiddetti “mega-fire”. Si tratta di incendi che assumono connotazioni di particolare gravità ed estensione, minacciando in maniera severa il patrimonio naturale.
Prevenzione, Italia indietro secondo i Verdi
Alla luce delle cause citate e delle difficoltà che ogni anno l’Italia affronta nel tentativo di minimizzare i danni causati dagli incendi, ecco che la prevenzione assume un ruolo di primo piano.
I cambiamenti climatici sono in atto, e a meno di rapide ed efficaci misure non sono previste inversioni di tendenza nel prossimo futuro. Ciò vuol dire che le ondate di calore diventeranno più intense e frequenti, favorendo la desertificazione e affermandosi sempre più come fattori di rischio per gli incendi.
Gravissimo secondo Europa Verde che il 44% dei Comuni italiani non abbia presentato la richiesta del catasto degli incendi, fondamentale per segnalare le zone colpite dalle fiamme e vincolarle per i successivi anni. Uno dei modi più efficaci per annullare gli appetiti della speculazione edilizia, agricola, pastorale. Un ulteriore segnale, spiega il partito nel rapporto, che l’Italia è ancora molto in ritardo sulla strada della prevenzione. Tesi sostenuta anche sottolineando il fatto che il 2021 è stato segnato anche da un netto ritardo nell’avvio della campagna di prevenzione.
Come comportarsi di fronte a un incendio
Come fare per contribuire alla lotta contro questi disastri ambientali? Innanzitutto prestare sempre attenzione alle norme di comportamento quando ci si trova all’interno di parchi e foreste. Evitare di mettere in atto comportamenti a rischio è sempre consigliato, in fondo, prevenire non è meglio che curare?
Infine, salvare sul proprio smartphone il numero 1515, al quale sarà possibile segnalare tempestivamente l’avvistamento di incendi o di qualsiasi altro disastro ambientale.
Grazie a👉 Tessa Gelisio
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