Tribunale dei Minori di Roma: un girone infernale
Cancellerie che lavorano due ore al giorno, personale fannullone e maleducato
I
tempi della giustizia italiana sono noti a tutti. Ma che cosa
concretamente voglia dire avere a che fare con le lungaggini processuali
e la burocrazia legale non sempre è immediato. Oggi facciamo un
esempio concreto: il Tribunale per i minori di Roma.
Il
primo impatto, all’arrivo, può essere fuorviante rispetto al calvario
che aspetterà l’ignaro visitatore. Il palazzetto storico che ospita la
sede è molto elegante, centralissimo (su Lungotevere dei Bresciani,
davanti a Trastevere e a due passi da san Pietro). All’ingresso si
chiedono le indicazioni su dove andare e dei gentilissimi Carabinieri
indicano l’ufficio competente.
Le
possibilità sono sostanzialmente due: la cancelleria penale o la
cancelleria civile. Avvisi a caratteri cubitali troneggiano su ogni
porta e muro “LE CANCELLERIE SONO APRTE DAL LUNEDì AL VENERDì DALLE 9.30
alle 11.30”. Il che suona già di per sè come una sentenza di condanna:
si hanno solo due ore al giorno per presentare istanze, ricorsi, per
avere informazioni, per ritirare i provvedimenti. Nel caso in cui
l’ufficio competente per il proprio ricorso sia la cancelleria penale
la visita al Tribunale è sostanzialmente accettabile. Gli sportelli
sono aperti, gli addetti cortesi, la fila quasi inesistente. Ma la
musica cambia e parecchio, se ci si imbatte nella sezione civile.
All’apertura dell’unico sportello attivo c’è già una fila sterminata.
Sembra di essere dal panettiere: “Ma c’è il numeretto?” “No no, deve
chiedere chi è l’ultimo e aspettare. Faccia attenzione, qualche volta
qualcuno rinuncia!”. Nell’attesa si stringono alleanze con i compagni di
sventura e ci si scambiano storie: “Io è la quarta volta che vengo
qui. Mi mandano via senza una risposta, senza un motivo e io che posso
farci? Che mi invento?”. È così per tutti, per la gente comune che non
sa come districarsi in questo mare di burocrazia, così come per gli
avvocati più esperti, tutti sconfitti dall’inerzia di un sistema
giudiziario al collasso. Ad un certo punto c’è chi perde la pazienza e
alza la voce: “Mi state rimbalzando da un ufficio all’altro, sono mesi
che mi dite che il fascicolo non può essere chiuso perché mancano dei
documenti, che però siete voi a non volermi fornire! Questa è una cosa
seria, hanno levato il figlio ad una famiglia, ogni giorno che passa è
un dramma ed è anche colpa vostra!” Intanto i minuti passano e si
sentono delle voci provenire dagli uffici retrostanti lo sportello
aperto al pubblico: “Dai, fermatevi un attimo, andiamo a prenderci un
caffè”. Le tre signore, impiegate del Tribunale, si avviano per la loro
pausa, dalla quale torneranno dopo quasi mezz’ora. Alle 10.30, dopo 60
minuti dall’apertura della cancelleria si assiste ad un cambio degli
impiegati allo sportello. Si capisce, il turno deve essere stato
massacrante.
Dopo
un’ora e un quarto d’attesa, quando manca pochissimo alla chiusura
della cancelleria, finalmente, arriva il proprio turno. “Salve, ho
depositato un ricorso per un permesso di soggiorno per cure mediche, a
giugno. È già la seconda volta che vengo!” “E dovrà tornare per la terza
volta, fra venti giorni. Il provvedimento c’è, ma il giudice lo deve
firmare” “Venti giorni per una firma? Ma io devo dare una risposta ai
medici, è un paziente oncologico, c’è urgenza!” “Signò’ che me guarda
co’ quei du’ occhi sgranati? Ringrazi il cielo che la sua domanda è
stata esaminata in un tempo record di 3 mesi, noi abbiamo dei carichi
pendenti dal 2009! Ma che non lo sa come funzionano le cose qui?”. La
risposta è sconcertante. La maleducazione intollerabile. L’assoluta
rassegnazione di chi aspetta sconfortante. L’unica possibilità è
andarsene via, sconfitti. Sottostare ai tempi e ai modi di un sistema
giudiziario vergognoso.
I tempi della giustizia italiana sono noti a tutti. Ma che cosa
concretamente voglia dire avere a che fare con le lungaggini processuali
e la burocrazia legale non sempre è immediato. Oggi facciamo un
esempio concreto: il Tribunale per i minori di Roma. Il primo impatto,
all’arrivo, può essere fuorviante rispetto al calvario che aspetterà
l’ignaro visitatore. Il palazzetto storico che ospita la sede è molto
elegante, centralissimo (su Lungotevere dei Bresciani, davanti a
Trastevere e a due passi da san Pietro). All’ingresso si chiedono le
indicazioni su dove andare e dei gentilissimi Carabinieri indicano
l’ufficio competente.Le possibilità sono sostanzialmente due: la
cancelleria penale o la cancelleria civile. Avvisi a caratteri cubitali
troneggiano su ogni porta e muro “LE CANCELLERIE SONO APRTE DAL LUNEDì
AL VENERDì DALLE 9.30 alle 11.30”. Il che suona già di per sè come una
sentenza di condanna: si hanno solo due ore al giorno per presentare
istanze, ricorsi, per avere informazioni, per ritirare i provvedimenti.
Nel caso in cui l’ufficio competente per il proprio ricorso sia la
cancelleria penale la visita al Tribunale è sostanzialmente
accettabile. Gli sportelli sono aperti, gli addetti cortesi, la fila
quasi inesistente. Ma la musica cambia e parecchio, se ci si imbatte
nella sezione civile. All’apertura dell’unico sportello attivo c’è già
una fila sterminata. Sembra di essere dal panettiere: “Ma c’è il
numeretto?” “No no, deve chiedere chi è l’ultimo e aspettare. Faccia
attenzione, qualche volta qualcuno rinuncia!”. Nell’attesa si stringono
alleanze con i compagni di sventura e ci si scambiano storie: “Io è la
quarta volta che vengo qui. Mi mandano via senza una risposta, senza un
motivo e io che posso farci? Che mi invento?”. È così per tutti, per la
gente comune che non sa come districarsi in questo mare di burocrazia,
così come per gli avvocati più esperti, tutti sconfitti dall’inerzia di
un sistema giudiziario al collasso. Ad un certo punto c’è chi perde la
pazienza e alza la voce: “Mi state rimbalzando da un ufficio all’altro,
sono mesi che mi dite che il fascicolo non può essere chiuso perché
mancano dei documenti, che però siete voi a non volermi fornire! Questa è
una cosa seria, hanno levato il figlio ad una famiglia, ogni giorno che
passa è un dramma ed è anche colpa vostra!” Intanto i minuti passano e
si sentono delle voci provenire dagli uffici retrostanti lo sportello
aperto al pubblico: “Dai, fermatevi un attimo, andiamo a prenderci un
caffè”. Le tre signore, impiegate del Tribunale, si avviano per la loro
pausa, dalla quale torneranno dopo quasi mezz’ora. Alle 10.30, dopo 60
minuti dall’apertura della cancelleria si assiste ad un cambio degli
impiegati allo sportello. Si capisce, il turno deve essere stato
massacrante.Dopo un’ora e un quarto d’attesa, quando manca pochissimo
alla chiusura della cancelleria, finalmente, arriva il proprio turno.
“Salve, ho depositato un ricorso per un permesso di soggiorno per cure
mediche, a giugno. È già la seconda volta che vengo!” “E dovrà tornare
per la terza volta, fra venti giorni. Il provvedimento c’è, ma il
giudice lo deve firmare” “Venti giorni per una firma? Ma io devo dare
una risposta ai medici, è un paziente oncologico, c’è urgenza!” “Signò’
che me guarda co’ quei du’ occhi sgranati? Ringrazi il cielo che la sua
domanda è stata esaminata in un tempo record di 3 mesi, noi abbiamo dei
carichi pendenti dal 2009! Ma che non lo sa come funzionano le cose
qui?”. La risposta è sconcertante. La maleducazione intollerabile.
L’assoluta rassegnazione di chi aspetta sconfortante. L’unica
possibilità è andarsene via, sconfitti. Sottostare ai tempi e ai modi di
un sistema giudiziario vergognoso.
Grazie per questo articolo che condividiamo in tutto e per tutto a:
Micol Paglia ed
Il giornale d'italiaLa Burocrazia italiana uno dei mostri piu cattivi e brutali per il nostro paese !!!
In Italia abbiamo un decifit di democrazia e un eccesso di burocrazia. Non a caso. Più prolifera la burocrazia, più diminuisce la democrazia. Nelle dittature, infatti, la burocrazia è usata per giustificare ogni nefandezza dello Stato. All'aumentare della burocrazia, come chiunque sa dopo aver affrontato quest'Idra dalle mille teste, diminuiscono i diritti dei cittadini. La burocrazia si nutre di sé stessa, è bulimica, si autoriproduce, ama la complessità dietro alla quale si rifugia e si giustifica. E' al servizio del Sistema, ma talvolta gli sfugge e diventa più forte di qualunque potere.
"Burocrazia: Organizzazione statale nella quale lo svolgimento dell'attività amministrativa, è affidato a enti che agiscono nel rispetto dei regolamenti (dizionario lingua italiana Hoepli)". Un ministro non può spostare neppure una pianta di ficus nel suo ufficio senza l'assenso della burocrazia, del regolamento. Si può mettere in discussione un partito e perfino un'Istituzione dello Stato, ma non la burocrazia. Con la sua immensa pletora di codici, codicilli, procedure, paragrafi, commi, eccezioni, metodi e via impazzendo, è invulnerabile. La burocrazia è, nei fatti, immune all'errore, se colta in flagrante nega, rimanda, si appella, gioca sul tempo e sulle sue immense risorse. Il comune cittadino deve dedicare metà della sua vita per avere una possibilità di vincere un ricorso. Meglio quindi espatriare o venire a patti.
Grazie a:
Beppe grillo http://www.beppegrillo.it/2013/01/burocrazia_vs_democrazia.html
Insomma e poi ci lamentiamo della lentezza e dello squallore della burocrazia italiana?!?
Perche' non importa a nessuno di loro che un papa' o una mamma non vede il proprio figlio da mesi e mesi.Soprattutto se la mamma straniera 'ma anche italiana'non avendo ne soldi ne posti dove andare, decide di allontanarsi andando in un centro antiviolenza con una qualsiasi scusa o bugia per trovare tutta l'assistenza ....
Sapete che un centro antiviolenza prende fondi dallo stato e che per una coppia ''mamma e figlia'' il centro riceve quasi 200 euro al giorno? Quindi cosa vogliamo far capire?
Vogliamo dire che il centro non si informera' mai sulla reale violenza di coppia non gli interessa abbreviare i tempi,anzi...Gli interessano proprio i tempi lunghi della burocrazia !!!E per un padre e' la cosa peggiore che potrebbe capitare...E non si capisce perche' per mettere una sola firma un magistrato impiega mesi a volte anni,sara' che ha qualcosa a che vedere con i finanziamenti statali che riceve il centro? Sarebbe tutta una combutta....
Sapete quanto e' interminabile una sola settimana senza vedere il proprio figlio e senza sapere come e dove sta?!?
Da un convegno organizzato a Bruxelles emerge che la performance della pubblica amministrazione italiana è "molto scarsa": siamo al 23° posto tra i 28 Paesi dell'Unione europea. I ritardi, secondo gli industriali, costano il 2% del Pil. Male anche sul fronte giudiziario: ci vogliono 1210 giorni per arrivare al terzo grado nelle cause civili.